La codificazione dello Shiatsu come precisa tecnica corporea, risale a tempi abbastanza recenti, ma in realtà affonda le sue radici nell’antica cultura orientale e precisamente nelle arti manipolatorie cinesi praticate per la cura della salute già a partire dal 2.500 – 3.000 a.C. Ancora tutt’oggi, anche se il baricentro di queste discipline si sta spostando sempre più verso l’occidente, si possono trovare in Giappone scuole e “cliniche” dove la pratica delle tradizionali pratiche manuali sono ancora molto applicate. Tra il VII e il IX secolo, la Medicina Cinese sbarcò in Giappone attraverso i suoi due testi fondamentali come il Neijing Sunwen e il Linghshu portando alla nascita del primo testo classico sull’applicazione teorica/pratica della medicina cinese in Giappone: lo Ishimpo. Nacque così la Medicina Kampo. Questo sistema, oltre che all’uso dell’agopuntura e della moxibustione, utilizzava principalmente la farmacopea erboristica. Da qui si svilupparono varie correnti di questa medicina ma quelle che si radicarono e ne dettarono le basi come tradizioni furono le scuole Goseiha e Kohoho. La prima molto tradizionalista, la seconda, attraverso i suoi due maggiori esponenti Gonzan Goto e Todo Yoshimasu, più innovativa. Il primo attribuì notevole importanza non solo alla medicina erboristica e all’agopuntura ma propugnò l’uso di tecniche di diversa natura mirate a far circolare l’energia. Tra queste fu l’An-Ma, di cui fu un grande specialista. L’An-Ma è una fusione di due tecniche di derivazione cinese: il Tu-ina, premere massaggiando, e l’An-Mo, premere strofinando. La seconda figura di spicco, Yoshimasu, ebbe l’intuito di porre attenzione sulle zone colpite con lo stesso patogeno che manifestavano diversi sintomi. Restituì quindi notevole importanza al sistema cinese di diagnosi addominale, in quell’epoca del tutto dimenticato. Durante il periodo Edo i medici, per essere all’altezza di fare diagnosi e trovare i punti di agopuntura dovevano imparare l’An-Ma, in quanto la sua conoscenza era ritenuta indispensabile per comprendere il funzionamento dei meridiani. Dal 1600 al 1868 il Giappone visse in isolamento dal resto del mondo per volere degli shogun Togukawa, ma negli anni ’40 del secolo scorso l’Imperatore Meiji la trasformò, da isolata società feudale e agricola, in una delle nazione industriali ed economiche più potenti al mondo. L’apertura commerciale e gli scambi culturali portarono, dopo molti traumi, un clima intellettuale innovativo e scientifico totalmente sconosciuto tra cui le moderne tecniche manuali occidentali come la chiropratica e l’osteopatia. Nel frattempo, per evitare eccessive contaminazioni e non perdere la propria identità, dal sistema statale arrivarono nuove leggi una tra cui quella che chi praticava l’An-Ma, doveva dotarsi di regolare licenza e questo portò di conseguenza alla codificazione di tecniche già esistenti ma che si distinguevano dall’An-Ma. I primi interventi attuati in Giappone, con una tecnica manuale di tipo pressorio, a cui viene dato il nome di Shiatsu, risalgono infatti al periodo tra il 1910 e il 1920 ed è sempre in quegli anni che viene pubblicato il primo libro intitolato “Shiatsu Ho”, “metodo di pressione con le dita” ad opera di Tamai Tempaku. Da qui il passo fu breve da parte del Maestro Namikoshi che nel 1925 fondò il suo primo centro ad Hokkaido lo Shiatsu Institute e attraverso i suoi studi e le sue sperimentazioni creò il suo sistema Shiatsu che ad oggi è conosciuto come lo stile Namikoshi frutto dell’ integrazione dei suoi due sistemi di interesse primari, l’An-Ma e le teorie neurofisiologiche occidentali. In seguito fondò il Japan Shiatsu Institute prima e il Nippon Shiatsu School dopo. Grazie al M° Namikoshi nel 1955 lo Shiatsu fu riconosciuto come terapia legata all’An-Ma ma fu solo nel 1964 che acquistò la sua autonomia indipendente con la sua definizione legislativa che recita: “Lo Shiatsu terapia è una forma di manipolazione che si esercita con i pollici, le altre dita e i palmi delle mani senza l’ausilio di strumenti, meccanici o d’altro genere. Consiste nella pressione sulla cute intesa a correggere le disfunzioni interne, a migliorare e a conservare lo stato di salute o a trattare malattie specifiche…..” (fine prima parte)
dottor Luigi Barreca
Laureato in Psicologia – Insegnante e Operatore Shiatsu
Direttore Didattico della Nasamecu – Scuola di Studio e Ricerca sullo Shiatsu di Aprilia (Lt)
Responsabile di Disciplina AICS-DSTO per lo Shiatsu nel Lazio